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gianni scalia 

la mania della veritÀ
dialogo con pier paolo pasolini

  • Collana Quaderni dei Portatori d’acqua Quaderni di Poseidone

  • 2020, pp. 248

  • isbn: 979-12-80475-05-3

  • € 16,00

C’è stato un periodo in cui fiorivano le riviste, e la cultura cresceva e si manifestava in questi luoghi ‘critici’, comunitari, di pensiero. Oggi che una divorante omologazione e un’oscura mediocrità avvolge il dire civile, è necessario più che mai ritornare indietro. Lasciare riaffiorare quel passato antico, inattuale: presente ma inascoltato. Gianni Scalia è stato uno studioso e un animatore di queste riviste, segnatamente emblematiche del nostro Novecento, e un compagno di strada di Pasolini, nella comune avventura di «Officina». Scalia è stato un maestro per diverse generazioni di studiosi, poeti, traduttori, radunati poi attorno quella zattera, quella nave dei folli, che è stata «In forma di parole», meravigliosa rivista di traduzioni letterarie. Scalia è «un essere d’amicizia», che ama praticare l’Akolouthia, che crede nella gratuità del dono, al di fuori di ogni equivalenza, in pura perdita. E l’ultimo interlocutore di Pasolini. A Scalia Pasolini chiedeva di essere «tradotto» marxianamente, di essere ripensato. La mania della verità è questa esemplare e limpida traduzione. Questo dialogo ininterrotto e la storia di una lunga fedeltà a un’amicizia. Interventi inediti integrano questa riedizione di un testo rarissimo e decisivo per l’esegesi pasoliniana, e non solo. Scalia smaschera le interpretazioni, passate e vigenti, che sono state date di Pasolini. Facendo emergere quella radice primigenia, il carattere di testimonianza, l’urgenza del sacro disattesa dai più, «la mania della verità», in senso eminentemente socratico, del pensiero e dell’opera di Pasolini. «Noi non dobbiamo, credo, soltanto parlare di o su Pasolini, ma parlare a cominciare da Pasolini».

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