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Chi siamo

Un gruppo di amiche e amici, di persone unite dalla necessità di lottare e condividere una diversa visione del mondo, lasciando cadere maschere e catene. Abbattendo muri, fedeli alla libera circolazione di poesia e pensiero. Alla difesa aperta nello spazio del cuore di quella libertà necessaria alla vita come il pane. Cercatori, seminatori di dubbi, vicini a quel pólemos dal quale scaturisce ogni cosa. Poeti, scrittori, traduttori, liberi pensatori, artisti e militanti politici: esseri umani. Abbracciamo, patendo, la difesa degli ultimi, senza arroganza. Ultimi noi stessi. L’uomo non è al centro dell’Universo, sottrarre potere a quella centralità dell’uomo, quell’infingimento perverso ch’egli utilizza per illudersi di dominare la natura.
Animali, piante, esseri umani resi schiavi da altri umani, per loro lottiamo, per noi.
Per donare nostalgia di verità, per le creature perdute nella vastità dei mondi che abitiamo e che chiedono di essere riscattate all’amore, alla vita che si agita in ogni cuore. Nella pietra, nell’albero in pieno vento, nella luna che sfiora la notte, nei bambini che cancellano coi loro sogni i nostri errori. Nei nostri fratelli africani che rischiano la vita per ridare dignità a ogni essere umano. Indifesi e soli. Africa cuore del mondo.
Contro un capitalismo che muta ogni giorno divorando ogni cosa, ibridato con la tecnica.
Crediamo nell’immaginazione, nell’indistinzione di cultura e natura, di visibile e invisibile, di umano e animale, di vita morte. Assecondando quella circolarità virtuosa che abita ognuno di noi e chiede per essere risvegliata, pazienza, dolore, amore, perdono.
Disabituati all’abitudine che lega le anime e i cuori, sciogliamo i nodi cattivi con i libri che andiamo a pubblicare. Fecondiamo la notte con il giorno, uccelli di passo che sanno che il futuro è fatto di passato.

«Le celebri sculture in ceramica trovate nei vestiboli del tempio di Cnosso si presentano ben agghindate, con seni nudi e serpenti che strisciano sulle loro braccia, attorcigliati alla vita o tenuti in mano. Queste sculture probabilmente rappresentano la dea-serpente o la sacerdotessa che compie danze rituali connesse alla rigenerazione della vita dopo la stagione invernale».

«In tutte le sue manifestazioni la Dea era simbolo dell’unità di tutta la vita in Natura. Il suo potere risiedeva nell’acqua e nella pietra, nella tomba e nella grotta, negli animali e negli uccelli, nei serpenti, e nel pesce, nelle colline, negli alberi e nei fiori».

Marija Gimbutas